giovedì 15 dicembre 2011

Chirurgia estetica: quando il mito della bellezza uccide

La bellezza: un’attitudine che accompagna l’uomo, specialmente noi donne sin da quando siamo bambine. Un traguardo da raggiungere, in certi casi ad ogni costo.

Eccone uno: il caso della modella e cantante cinese Wang Bei.
L’appena 26enne è morta a causa di un intervento chirurgico di riduzione dell’osso mascellare. Sono subentrate delle complicazioni, il sangue è confluito nei polmoni ed è morta soffocata.
È sempre più diffusa in Cina un’ossessione allarmante: quella di assumere sembianze il più possibile occidentali e di eliminare i tipici tratti  fisionomici del proprio paese d’origine. Sono diffusi interventi chirurgici per lo più di aumento del volume del naso, ritocco della forma degli occhi ma anche quella di guancia e mento.
Numeri incredibili quali 3 milioni i cinesi che ricorrono alla chirurgia estetica, 200mila tra medici e infermieri che operano in quest’industria e circa 300mila le persone vittime di interventi non riusciti con conseguenti trasfigurazioni e danni motori.
Anche in Italia l’ossessione della chirurgia estetica non è da meno. Pensiamo al ricorso che si fa per aumentare il volume del seno o il volume delle labbra o per eliminare i segni del tempo che mettetevi l’anima in pace: deve fare il suo corso! E non c’è modo di rimanere 20enni a vita finché non inventano ‘la pozione dell’eterna giovinezza’. Ognuno di noi dovrebbe semplicemente accettarsi per quello che è davanti allo specchio, per la sua originalità e unicità. Cosa può esserci di bello nel trasformare una parte del  proprio corpo come mille altre che sono state fatte prima in serie?
La perfezione non esiste, ma soprattutto la bellezza è personale e soggettiva. Non esistono canoni e non lo sono di certo quelli che vediamo ogni giorno sui giornali e in televisione.
Passi chi fa dei propri difetti fisici un problema psicologico che non lascia vivere bene con se stessi, per il resto:
Accettatevi ! Siete belle così come siete perché nessuno al mondo è come voi.

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