mercoledì 21 dicembre 2011

Allarme protesi al seno Trentamila donne tornano sotto i ferri


Francia, allarme protesi al seno

Trentamila donne tornano sotto i ferri

Cancerogeni gli impianti Pip: in Italia sono 5mila da controllare. Il ministro Balduzzi convoca il Consiglio superiore di sanità: "Ma nel 2010 non si usano più"

Una paziente prima di un intervento (Reuters)
Una paziente prima di un intervento (Reuters)

Bologna, 21 dicembre 2011 - SI ERANO fatte operare per migliorare il loro sex appeal, nell’80% dei casi, oppure per ricostruire il seno dopo un’asportazione per un cancro. In tutto 30mila francesi. E ora rischiano di poter sviluppare tumori perché sono state impiantate nel loro corpo protesi pericolose: le cosiddette Pip, dall’azienda Poly implant prothese di La Seyne-sur-Mer, nel sud del Paese. In Francia è già scattato l’allarme perché nelle Pip veniva utilizzato un silicone a uso industriale e non medico, un silicone più economico di quello a norma, simile alla sostanza usata per sigillare i rubinetti. Adesso le autorità sanitarie francesi sanno che non c’è più tempo da perdere ed entro la settimana, al più tardi il 24, a due giorni dal Natale, presenteranno un piano d’azione senza precedenti, secondo Liberation invitando le donne all’espianto.

E C’È ALLERTA anche in Italia, dove, secondo una stima, potrebbero essere tra le 4mila e le 5mila le donne che hanno un seno più grande grazie alle Pip. Per questo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha convocato d’urgenza domani il Consiglio superiore di sanità per un parere. Il ministero ricorda che il primo aprile 2010, con una circolare, aveva invitato gli operatori sanitari a non utilizzare i dispositivi in questione, dopo che il 30 marzo 2010 l’Autorità francese aveva comunicato il ritiro delle stesse protesi.
In Francia tutto è partito quando l’agenzia di sicurezza sanitaria Afssaps ha scoperto che le Pip scoppiavano il doppio delle volte rispetto ad altre protesi. Finora segnalati otto casi di cancro, di cui un linfoma raro, e 2.172 denunce. La morte di due donne ha portato all’apertura di due inchieste per omicidio colposo. Solo in alcuni casi i medici sono riusciti a stabilire un legame tra la malattia e il gel che si è sparso nell’organismo per la rottura della protesi.

PER LA PORTAVOCE del Governo, Valerie Pecresse, le Pip «potrebbero provocare il cancro» e comunque è essenziale «che tutte le donne che hanno un simile impianto si rivolgano ai lori chirurghi, noi dobbiamo effettuare un censimento di chi si è fatto impiantare tali protesi e potenzialmente è in pericolo». La Pecresse rassicura sulle spese necessarie per rimuovere le protesi: «Si tratta di un’urgenza sanitaria la nuova operazione sarà a carico della sanità pubblica».
di Donatella Barbetta

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